DESCRIZIONE
MANTOVA: questa suggestiva città offre così tanti motivi di visita, da rendere il suo potenziale turistico praticamente inesauribile; la sua invidiabile posizione sul letto ricurvo del fiume Mincio, che qui si allarga in un dedalo di romantici laghi, conferisce alla città una personalità elegante e talmente affascinante da essere stata inserita nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. La sua atmosfera surreale, sospesa tra cielo e acqua, suscita emozioni già dal primo sguardo, facendo immediatamente intuire il motivo per il quale questa città sia stata fonte d’ispirazione di autori e compositori del calibro di Virgilio, Dante, Shakespeare, Verdi, D’Annunzio, senza dimenticare Vivaldi, che compose qui le sue Quattro Stagioni. Siamo in presenza di una città storica, ricca di monumenti che sembrano sospesi nel tempo in un atmosfera misteriosa ed affascinante, con misteri nascosti tra le mura dei suoi palazzi e fra i vicoli del centro, dove si respira un’atmosfera fortemente rinascimentale.
PALAZZO DUCALE E LA “CAMERA DEGLI SPOSI”: è stata la residenza principale dei Gonzaga, signori, marchesi ed infine duchi della città di Mantova. Assunse la denominazione di Palazzo Reale durante la dominazione austriaca a partire dall’epoca di Maria Teresa d’Austria regnante. Ambienti distinti e separati tra loro furono costruiti in epoche diverse, inizialmente per opera della famiglia Bonacolsi successivamente su impulso dei Gonzaga. Fu il duca Guglielmo ad incaricare il prefetto delle Fabbriche Giovan Battista Bertani perché collegasse i vari edifici in forma organica così da creare un unico grandioso complesso monumentale e architettonico, uno dei più vasti d’Europa. La Camera Picta (Camera degli Sposi), meravigliosa stanza del piano nobile è opera di Andrea Mantegna. l’ha realizzata nell’arco di nove anni, e riadatta lo spazio angusto della stanza cubica con volte su lunette in un susseguirsi di realtà e finzione conferendo all’ambiente un’atmosfera en plein air. Lo spazio di ogni parete della camera è stato diviso dall’artista in tre aperture che trasmettono allo spettatore, attraverso ampi archi, paesaggi bucolici e tende mosse dal vento una forte antitesi con il ridotto ambiente architettonico. Due sono le scene dipinte raffiguranti componenti della famiglia Gonzaga, la “Scena dell’Incontro” e la “Scena della Corte“.
PALAZZO TE: nasce dall’incontro tra Giulio Romano e Federico II Gonzaga, avvenuto nel 1524, anno in cui l’artista giunge a Mantova. Il marchese Federico II incarica l’architetto di ristrutturare le scuderie esistenti sull’Isola del Te, per costruire un palazzo dedicato al tempo libero e allo svago. Nascerà un progetto talmente bello che i Gonzaga utilizzeranno spesso Palazzo Te per ricevere ospiti illustri, come l’imperatore Carlo V. L’itinerario di visita di Palazzo Te conduce in molte stanze dell’edificio, tutte riccamente arredate e decorate con notevoli decorazioni pittoriche. Molte camere prendono il nome dei soggetti principali rappresentati all’interno, come la spettacolare Camera del Sole e della Luna, o quella di Ovidio e delle Metamorfosi. L’ambiente più sontuoso del palazzo, nonché il più rappresentativo della sua funzione, è la Camera di Amore e Psiche: questa sala era dedicata ad accogliere solo gli ospiti più illustri durante i banchetti. Altro ambiente stupefacente di Palazzo Te è certamente la Camera dei Giganti. Qui Giulio Romano propone una sperimentazione pittorica rimasta unica per secoli: dipinge sulla volta la scena della Caduta dei Giganti, raccontata dalle Metamorfosi di Ovidio.
Picasso a Palazzo Te “Poesia e Salvezza”: La mostra si presenta come la produzione principale del programma culturale 2024 dedicato al tema della Metamorfosi, e in particolare al rapporto tra Giulio Romano e il poema di Ovidio che ha ispirato la costruzione di Palazzo Te. Allestita a Palazzo Te, prodotta dalla Fondazione Palazzo Te con la collaborazione del Museo Nazionale Picasso di Parigi e della famiglia dell’artista, la mostra presenta al pubblico circa 50 opere del Maestro simbolo del Novecento, tra cui alcuni dipinti per la prima volta esposti in Italia. Con opere di grande intensità visiva la mostra a Palazzo Te presenta al pubblico un Picasso inedito, radicalmente sconosciuto, in risonanza con il nostro contemporaneo. La mostra crea un dialogo tra Picasso e la mitologia classica, sottolineando come l’artista, esule in Francia dal 1900, abbia usato la metamorfosi non solo come tema artistico, ma come strategia di sopravvivenza in una società che lo vedeva come un outsider. Picasso ha saputo navigare le complessità sociali e politiche, trasformandosi in un artista mercuriale e inafferrabile.
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